Giove e le sue numerose Lune possono essere considerati come un sistema solare in scala e come tale estremamente interessante dal punto di vista scientifico per la comunità dei planetologi. La missione JUICE dell’ESA, una Large Missione nell’ambito della Cosmic Vision dell’Agenzia Spaziale Europea, è fissata per il 2022 e in questi giorni sono stati scelti gli undici esperimenti che saranno a bordo della sonda e che a partire dal 2030 ci faranno conoscere meglio il gigante gassoso e le sue lune.
“È una missione estremamente importante – ci spiega Luigi Colangeli, Coordinatore per le missioni spaziali nel sistema solare per l’Agenzia Spaziale Europea, astronomo ordinario INAF – non solo perché è la prima Large Mission dell’ESA, ma anche perché vede il coinvolgimento di ben quindici paesi europei e la partecipazione della NASA e dell’Agenzia Spaziale Giapponese, JAXA”.
Un ruolo importante in questa missione lo svolge l’Italia che degli undici strumenti selezionati ne guida ben quattro, uno dei quali in condivisione con la Francia.
“Come Italia abbiamo vinto una competizione internazionale – spiega Enrico Flamini coordinatore scientifico dell’ASI – che ha confermato l’alto valore scientifico dei nostri ricercatori. Quattro gli strumenti a guida italiana: Janus, la Camera ad alta definizione che ha in Pasquale Palumbo il PI e vede all’opera l’Università di Napoli e ricercatori dell’INAF. Il Radar, guidato da Lorenzo Bruzzone dell’Università di Trento con anche qui una significativa partecipazione INAF e dell’Università di Roma la Sapienza, l’esperimento di Radio Scienza guidato da Luciano Iess dell’Università di Roma La Sapienza e infine lo spettrometro che vede come co-pi Giuseppe Piccioni dello IAPS-INAF di Roma”.
Ora nonostante ci separino nove anni al lancio della missione JUICE, le tappe di avvicinamento sono stringenti, come ci spiega Luigi Colangeli: “Nei prossimi due anni si faranno gli studi di avanzamento per verificare che gli strumenti selezionati corrispondano ai requisiti e agli obiettivi della missione. Al termine di questa fase, se tutto viene confermato e i paesi partecipanti e anche ESA confermano l’intento di procedere con la missione, si passa alla fase realizzatrice vera e propria che porterà la sonda pronta al lancio per il 2022”.
Insomma due anni ancora per il via libera finale. Poi potremmo incominciare a sognare di poter conoscere meglio Giove e le sue lune, quelle lune che Galileo Galilei chiamò medicee e lo portarono a confermare, nel suo Sidereus Nuncius, la validità del sistema copernicano.
Fonte: Media Inaf