Grazie aI satellite dell’Esa Cheops, per la prima volta sull’atmosfera di un pianeta extrasolare, Wasp-76 b, sono stati trovati possibili segni di anelli concentrici di luce colorata simili a quelli dell’arcobaleno: un fenomeno, noto come “effetto gloria”, che si verifica solo in condizioni particolari. Lo vediamo spesso sulla Terra, ed è stato osservato solo una volta su Venere.
Un raro sistema stellare costituito da sei esopianeti in risonanza è stato scoperto grazie alla missione Cheops dell’Esa. La loro configurazione orbitale mostra che il sistema è rimasto in gran parte invariato dalla sua formazione, avvenuta più di un miliardo di anni fa. Il risultato è stato pubblicato su Nature
Scoperto da un team di scienziati guidato dall’Università di Roma Tor Vergata e dall’Inaf un esopianeta dalle caratteristiche straordinarie. Individuato grazie al satellite Tess della Nasa e caratterizzato con il Telescopio nazionale Galileo, mostra proprietà fisiche che mettono in crisi le teorie convenzionali di formazione ed evoluzione planetarie. La ricerca è stata pubblicata oggi su Nature.
Combinando la fotometria del telescopio spaziale TESS con la spettroscopia ad alta risoluzione di HARPS-N (TNG), un gruppo di ricercatori, guidati da Antonio Frasca dell’Osservatorio Astrofisico di Catania, ha scoperto un sistema binario ad eclisse poco massivo, il...
È un esopianeta ultra-caldo che orbita attorno alla sua stella ospite in meno di un giorno, nella regione conosciuta come deserto dei nettuniani caldi. I dati della missione Cheops dell’Esa hanno portato a una sorprendente rivelazione: è coperto da nubi composte da metalli riflettenti, che lo rendono l’esopianeta più brillante mai trovato. Con un commento del co-autore Gaetano Scandariato dell’Inaf di Catania.
La missione Cheops dell’Agenzia spaziale europea ha confermato l’esistenza di quattro esopianeti caldi in orbita attorno ad altrettante stelle della Via Lattea. Le dimensioni di questi pianeti sono comprese tra la dimensione della Terra e quella di Nettuno, e orbitano attorno alle loro stelle più vicino di Mercurio attorno al Sole. Tutti i dettagli sono riportati in quattro articoli pubblicati su A&A e Mnras
Si chiama Toi-1807b l’esopianeta conosciuto come uno dei pochi ad avere un periodo di rivoluzione attorno alla propria stella inferiore a un giorno. Si tratta di un pianeta roccioso, quindi simile alla Terra, ma molto vicino alla sua stella madre: un anno su questo oggetto celeste dura “solo” 13 ore. Questo e molti altri dettagli sono stati descritti in un articolo in via di pubblicazione sulla rivista A&A.
Quando si dice “non c’è due senza tre”. Mentre studiava due esopianeti intorno a una stella brillante non lontana da noi, il satellite Cheops dell’Esa ha individuato il terzo pianeta del sistema mentre passava davanti alla stella. Questo transito rivela preziosi dettagli su un pianeta che i ricercatori definiscono senza precedenti.
Arrivano i primi risultati del progetto C-MetaLL guidato da Vincenzo Ripepi (INAF-OACN) e Gianni Catanzaro (INAF-OACT).
Il progetto è dedicato allo studio delle Cefeidi Classiche (DCEPs), una particolare classe di stelle variabili che pulsano periodicamente a causa della loro instabilità. Combinando i dati dello spettrografo HARPSN con quelli dei satelliti TESS e GAIA, gli autori dello studio hanno potuto determinare con precisione le abbondanze chimiche di due DCEPs. Grazie a questo progetto sarà possibile capire meglio come la relazione periodo-luminosità delle Cefeidi sia legata alla loro metallicità, una questione ancora oggi dibattuta di grande rilevanza nel contesto della scala delle distanze extragalattiche.
Toi-178 è un sistema planetario davvero fuori dal comune: attorno alla stella madre, distante circa 200 anni luce da noi, in direzione della costellazione dello Scultore, sono stati scoperti ben 6 pianeti, anche grazie alle nuove osservazioni del satellite Cheops, il satellite dell’Esa dedicato alla caratterizzazione degli esopianeti con una importante partecipazione italiana, che vede coinvolti l’Inaf, l’Asi e l’Università di Padova, combinate con quelle di alcuni telescopi a terra.