Grazie al telescopio spaziale Gaia dell’Esa, è stato scoperto il buco nero di origine stellare più massiccio a oggi noto nella nostra galassia. È dormiente, è il secondo buco nero noto più vicino alla Terra, a una distanza di 1926 anni luce, e pesa circa 33 masse solari. Si trova in un sistema binario con una stella compagna vecchia 11 miliardi di anni. Con i commenti del primo autore dello studio, Pasquale Panuzzo, di Reggio Calabria
L’Inaf presenta il suo primo documentario in prima serata Rai: un tuffo fra alcune delle più belle e rare opere d’arte custodite dalle biblioteche degli osservatori d’Italia: atlanti celesti, selenografie, cometografie. Prima visione martedì 11 luglio su Rai Scuola, alle 22, e dopo l’estate su Rai3 e RaiPlay. A condurre lo spettatore fra carte e volumi illustrati con precisione e dovizia di particolari è Davide Coero Borga, volto familiare della divulgazione scientifica Rai e Inaf
L’anello che circonda il corpo transnettuniano si trova oltre il limite di Roche il che è particolarmente interessante: questo limite determina la distanza dopo la quale qualsiasi oggetto celeste in avvicinamento al pianeta verrebbe fatto a pezzi. Lo studio su Nature.
Il riconoscimento, per meriti nell’ambito astrofisico, viene conferito annualmente, dal 2011, dall’American Astronomical Society ed è sostenuto da una sovvenzione del New York Community Trust. La premiazione al team della missione dell’Agenzia spaziale europea avverrà a Seattle il 12 gennaio 2023.
Il prossimo 22 novembre a Roma, nella sede della Società geografica italiana, l’Inaf organizza l’evento “Pagine di Stelle”, per presentare i risultati dei progetti di valorizzazione del proprio patrimonio culturale antico finanziati dal’Inaf e dal Mur. Saranno presentati il catalogo “Cosmic pages”, che raccoglie volumi conservati nelle biblioteche Inaf, e la mostra virtuale “Look up! Sfoglia il cielo con un dito”. Sarà inoltre mostrato il trailer del documentario “Touch Sky”.
L’abbondanza di elementi pesanti all’interno di una stella ha un ruolo importante nei meccanismi che portano alla formazione e riorganizzazione del campo magnetico su grande scala, un fenomeno chiamato “dinamo stellare”. È il risultato dello studio guidato da due ricercatori dell’Istituto nazionale di astrofisica, che hanno compilato il più grande catalogo ad oggi dei periodi del ciclo di attività e di rotazione stellari, per un campione di 67 stelle.
Iniziano oggi le attività del neonato Centro nazionale di supercalcolo, istituito per svolgere ricerca e promuovere l’innovazione di livello nazionale e internazionale, a partire da una infrastruttura di punta per l’High Performance Computing e la gestione di grandi quantità di dati. L’intervista a Ugo Becciani, coordinatore del team Inaf che partecipa al progetto
È ricco di dati e sorprese il nuovo catalogo astronomico rilasciato oggi dalla missione Gaia dell’Esa, con le stime più accurate di sempre delle posizioni, distanze, moti propri, luminosità e colori di quasi due miliardi di stelle, ma anche il più vasto campione mai realizzato – oltre 33 milioni – di velocità radiali per svelare i moti stellari attraverso la nostra galassia. E poi spettri per indagare la composizione chimica delle stelle, sistemi binari, stelle variabili e molto altro: c’è anche un catalogo di oltre 150mila asteroidi nonché milioni di galassie e quasar lontanissimi.
Open clusters are ideal test objects for Galactic chemical and dynamical evolution and for stellar evolution theory. Recently, 16 open clusters have been analized, 14 of them never or scarcely studied before. All target stars were selected from the Gaia-based...
Arrivano i primi risultati del progetto C-MetaLL guidato da Vincenzo Ripepi (INAF-OACN) e Gianni Catanzaro (INAF-OACT).
Il progetto è dedicato allo studio delle Cefeidi Classiche (DCEPs), una particolare classe di stelle variabili che pulsano periodicamente a causa della loro instabilità. Combinando i dati dello spettrografo HARPSN con quelli dei satelliti TESS e GAIA, gli autori dello studio hanno potuto determinare con precisione le abbondanze chimiche di due DCEPs. Grazie a questo progetto sarà possibile capire meglio come la relazione periodo-luminosità delle Cefeidi sia legata alla loro metallicità, una questione ancora oggi dibattuta di grande rilevanza nel contesto della scala delle distanze extragalattiche.