Prodotta la prima mappa 2D del ghiaccio presente in un disco di polvere e gas che circonda una giovane stella e nel quale si stanno formando pianeti. Guidati da Ardjan Sturm dell’Università di Leiden (Paesi Bassi), gli autori dello studio, pubblicato ieri su Astronomy & Astrophysics, si sono avvalsi del telescopio spaziale James Webb e – per l’interpretazione degli spettri – dei dati prodotti dal Laboratorio di astrofisica sperimentale dell’Inaf di Catania
Scoperto da un team di scienziati guidato dall’Università di Roma Tor Vergata e dall’Inaf un esopianeta dalle caratteristiche straordinarie. Individuato grazie al satellite Tess della Nasa e caratterizzato con il Telescopio nazionale Galileo, mostra proprietà fisiche che mettono in crisi le teorie convenzionali di formazione ed evoluzione planetarie. La ricerca è stata pubblicata oggi su Nature.
È un esopianeta ultra-caldo che orbita attorno alla sua stella ospite in meno di un giorno, nella regione conosciuta come deserto dei nettuniani caldi. I dati della missione Cheops dell’Esa hanno portato a una sorprendente rivelazione: è coperto da nubi composte da metalli riflettenti, che lo rendono l’esopianeta più brillante mai trovato. Con un commento del co-autore Gaetano Scandariato dell’Inaf di Catania.
Le nuove immagini della Near-Infrared Camera di Webb hanno rivelato un pennacchio di vapore acqueo che si sprigiona dal polo sud di Encelado, estendendosi per 40 volte la dimensione della luna stessa. Grazie agli spettri a campo integrale del Near-Infrared Spectrograph, poi, è stato possibile confermare che l’acqua espulsa da Encelado alimenta il resto dell’ambiente circostante. Fra gli autori dello studio, Giovanni Strazzulla dell’Inaf di Catania
Recenti osservazioni di Jwst hanno permesso di acquisire spettri nella direzione di osservazione di alcune sorgenti che illuminano la nube molecolare Chamaeleon I, dove è stata identificata un’ampia gamma di molecole, dal solfuro di carbonile, ammoniaca e metano, alla più semplice molecola organica complessa, il metanolo. Con un commento di Maria Elisabetta Palumbo dell’Inaf, coautrice dello studio.
Sfruttando i telescopi Parkes e Askap di Csiro in Australia, è stata realizzata un’immagine ad altissima definizione dei campi magnetici nella Via Lattea, la nostra galassia. I dati arrivano dal progetto Pegasus guidato dall’Inaf, parte del più ampio programma Emu.
Le stelle che presentano al proprio interno discontinuità strutturali sono numerose. Lo mostra uno studio, guidato da Mathieu Vrard della Ohio State University, condotto sui dati acquisiti dal telescopio spaziale Kepler e pubblicato oggi su Nature Communications. Fra gli autori c’è anche Enrico Corsaro dell’Inaf di Catania.
Il Wht Enhanced Area Velocity Explorer (Weave) è un nuovo e potente spettrografo a multifibre montato al Telescopio William Herschel (Wht). Lo strumento è ora in fase di verifica e presto produrrà i suoi primi dati scientifici. Per la “prima luce”, Weave ha osservato il gruppo di galassie del Quintetto di Stephan. Per l’Italia sono coinvolti più di 80 ricercatrici e ricercatori dell’Istituto nazionale di astrofisica
Una serie di osservazioni con il telescopio MeerKat ha portato alla pubblicazione dell’immagine più dettagliata e sensibile mai ottenuta della distribuzione di gas idrogeno freddo nel gruppo di galassie che orbitano intorno alla gigantesca galassia Fornax A. Dane Kleiner, l’autore dello “scatto”, fa parte di un team condotto da Paolo Serra dell’Inaf di Cagliari.
Il coronografo a bordo di Solar Orbiter, missione Esa in volo verso il Sole, ha ottenuto ieri per la prima volta immagini della corona solare nella riga Ly-alpha, completando così con successo il test sul canale ultravioletto. Ci racconta com’è andata il team italiano dello strumento, in attesa della prossima tappa: la messa a punto dell’allineamento degli occultatori, in calendario per il 15 maggio.