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Ganimede, Callisto, Europa, Giove: arriviamo.
Con tutti gli occhi che abbiamo messo a bordo della sonda Juice, che partirà domani, giovedì 13 aprile, alle 14:15 ora italiana dallo spazioporto dell’Agenzia spaziale europea a Korou, in Guyana Francese. La missione, il cui nome per esteso è Jupiter Icy Moons Explorer, ha l’ambizione di spingersi fino al Sistema Solare esterno per osservare in gran dettaglio il gigante gassoso Giove e le sue tre lune oceaniche. Per vederla laggiù, tuttavia, dovremmo aspettare circa otto anni, perché l’inserimento attorno all’orbita di Giove è previsto non prima del 2031. Per arrivarci, eseguirà tre sorvoli ravvicinati della Terra e uno di Venere, per sfruttare al meglio l’accelerazione impartita dall’effetto di fionda gravitazionale dei due pianeti, e che le servirà per spingersi fino al gigante gassoso.

Juice è dotata di una serie unica di pannelli solari, antenne e bracci attualmente ripiegati e nascosti per essere protetti durante il lancio. E fra gli undici esperimenti e strumenti a bordo della sonda c’è anche la camera ottica ad alta risoluzione Janus, realizzata dall’azienda Leonardo sotto la supervisione dell’Asi e con la collaborazione dell’Istituto nazionale di astrofisica.

«Il lancio è sempre un momento tecnicamente ed emotivamente critico» dice a Media Inaf Pasquale Palumbo, astrofisico all’Inaf di Roma e principal investigator dello strumento Janus. «Deve funzionare tutto alla perfezione nei circa 30 minuti di durata della propulsione in modo da rilasciare il satellite sulla sua traiettoria interplanetaria ideale. In quei 30 minuti, e fino all’acquisizione della prima telemetria dal satellite, sentiremo sulle nostre spalle tutti gli oltre dieci anni di lavoro che ci hanno portato a questo punto. I lanciatori sono molto affidabili, ma in questa fase le sollecitazioni che subiscono gli strumenti – vibrazioni, shock acustici, variazioni termiche, di pressione – sono elevate. Per quanto sia stato tutto disegnato, realizzato e provato per resistere alle sollecitazioni e mantenere le prestazioni, il timore che qualcosa vada storto non è facile da eliminare. Juice sarà lanciato da uno degli ultimi Ariane 5, il più potente lanciatore sviluppato dall’Europa, che sarà sostituito nei prossimi anni dalla sua evoluzione Ariane 6. Gli Ariane 5 sono normalmente utilizzati per il lancio di satelliti in orbita terrestre, ma hanno già lanciato diversi satelliti scientifici su traiettorie interplanetarie. Fra questi ci sono Rosetta, BepiColombo, e il James Webb Space Telescope della Nasa, l’ultimo ad aver usato questo vettore».

Pasquale Palumbo, professore associato dell’università Parthenope e PI di Janus. Sullo schermo, una foto del modello da volo del telescopio Janus prodotto dall’azienda italiana Leonardo.

Infine, brevemente, una scaletta di quello che succederà domani e nei prossimi giorni. Alle 14:15 il lancio di Juice a bordo di un razzo Ariane 5. Alle 14:42 la separazione di Juice dallo stadio superiore del razzo lanciatore, seguita dal risveglio della sonda e dall’invio del primo segnale. L’attesa prevista per la ricezione del segnale, secondo le previsioni dell’Esa, sarà di dieci minuti al massimo. Comincerà quindi, circa cinquanta minuti dopo il lancio, il dispiegamento dei pannelli solari: le due “ali” impiegano meno di un minuto ciascuna per aprirsi completamente. Questi enormi array a forma di croce, ispirati al design dei satelliti per telecomunicazioni, garantiranno che Juice raccolga abbastanza energia solare per mantenere alimentati tutti i suoi strumenti. L’operazione verrà ripresa dalle due telecamere di monitoraggio di cui è dotata la sonda.

«Già meno di un’ora dopo il lancio, il centro di controllo dell’Esa a Darmstadt, in Germania, prenderà “in consegna” Juice e inizieranno, seguendo un piano prestabilito, una serie di operazioni e verifiche di tutti i sistemi di bordo, a iniziare dal dispiegamento degli 85 metri quadrati di pannelli solari che forniscono l’energia necessaria», spiega infatti Palumbo. «Uno a uno, verranno poi accesi tutti gli strumenti per verificarne la piena funzionalità. Andremo avanti con queste attività fino agli inizi di giugno e a metà luglio dovremo discutere i risultati dei test per una loro revisione e per confermare la piena funzionalità di satellite e strumenti. Il satellite proseguirà lungo la sua traiettoria interplanetaria per circa otto anni, ma fra 16 mesi sarà di nuovo in prossimità della Terra per sfruttare la fionda gravitazionale. Continuerà con altre manovre simili alla Terra e a Venere per arrivare a destinazione nel luglio 2031. Terremo tutte le dita incrociate e il fiato sospeso, almeno nella prima mezz’ora di questo lungo viaggio».

Il collegamento per il lancio comincerà domani mezz’ora prima del tempo zero, alle 13:45, sul canale di streaming e YouTube dell’agenzia spaziale europea, e continuerà con il briefing post lancio dalle 16.30 alle 17:15. Potete seguire anche la live in italiano, con interventi dei ricercatori Inaf presenti in questi giorni a Kourou, sul canale YouTube di Nuovi Mondi.

Fonte: Media INAF

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