Seleziona una pagina

Lo scorso lunedì 1° settembre, il satellite Plato dell’Agenzia spaziale europea (Esa) è arrivato sano e salvo nella sede di Estec, il Centro europeo per la ricerca e la tecnologia spaziale, nei Paesi Bassi. A Estec verrà completato il montaggio e saranno effettuati una serie di test cruciali per confermare che il satellite sia idoneo al lancio e pronto per la sua missione nello spazio.

Le due parti principali di Plato sono state recentemente assemblate in camera bianca presso l’azienda Ohb, nella sede tedesca di Oberpfaffenhofen, nei pressi di Monaco di Baviera, in Germania. Plato ha poi viaggiato dalla Germania ai Paesi Bassi via nave, lungo il fiume Reno e da qui, il satellite è stata trasportato al centro dell’Esa con un mezzo speciale. Nelle prossime settimane, la squadra di ingegneri e tecnici monterà la parte rimanente della navicella spaziale: il modulo combinato di schermo solare e pannelli solari. Una volta completa, verrà sottoposta a una serie di test per determinare se possa essere lanciata in sicurezza. Successivamente, verrà posizionata nel Large Space Simulator – la camera a vuoto più grande d’Europa – per verificare la sua capacità di resistere alle temperature estreme e al vuoto continuando a funzionare correttamente.

Plato in viaggio dalla Germania ai Paesi Bassi sul fiume Reno. Crediti: Esa/Kübler

«Il trasferimento di Plato ai laboratori dell’Esa è un momento simbolico di un grande lavoro di squadra europeo», sottolinea Isabella Pagano, co-principal investigator di Plato e direttrice scientifica dell’Inaf. «L’Italia, con l’Istituto nazionale di astrofisica e l’industria nazionale, ha avuto un ruolo decisivo: i ventisei telescopi e il computer di bordo sono stati realizzati e consegnati nei tempi, grazie a un impegno straordinario del team industriale e scientifico italiano. Ora ci aspetta circa un anno di test finali e di preparazione delle procedure di commissioning e analisi dei dati, prima che Plato ci accompagni alla scoperta di nuovi mondi».

Il satellite Plato a Estec, il Centro europeo per la ricerca e la tecnologia spaziale dell’Esa. Crediti: Esa

Il lancio di Plato è previsto a bordo di un razzo Ariane 6 nel dicembre 2026, con destinazione finale il punto lagrangiano L2 in orbita stabile attorno al Sole, a un milione e mezzo di chilometri dalla Terra. Da questo punto Plato osserverà, durante i suoi quattro anni di funzionamento nominale, più di 200mila stelle, alla ricerca di decrementi regolari nella loro luce causati dal transito di un pianeta attraverso il disco della stella. L’analisi di questi transiti e delle variazioni di luce stellare ci consentirà di determinare con precisione le proprietà degli esopianeti e delle loro stelle ospiti.

 

Fonte: Media INAF