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Si è celebrato oggi, lunedì 6 ottobre, presso la Sala dei Giganti dell’Università di Padova, l’avvio delle attività del Cherenkov Telescope Array Observatory (Ctao) che, una volta completato, sarà il più grande e potente al mondo per l’osservazione dell’Universo nello spettro dei raggi gamma. La cerimonia, voluta dal Ministero dell’università e della ricerca, ha visto la presenza del ministro Anna Maria Bernini e la partecipazione di autorità e delegati dei membri fondatori del Ctao.

«Con l’avvio delle attività del Cherenkov Telescope Array Observatory», dichiara il Ministro dell’università e della ricerca, Anna Maria Bernini, «celebriamo un momento di grande orgoglio per la ricerca e per l’Italia. Padova, la città dove Galileo trascorse gli anni più proficui per i suoi studi, segnando l’inizio di una nuova stagione per la scienza, oggi rafforza il suo ruolo di protagonista dell’innovazione grazie a questo progetto internazionale di straordinaria portata. Il Ctao conferma la capacità dell’Italia di essere centrale nella costruzione delle più avanzate infrastrutture di ricerca. Il nostro Paese non è soltanto tra i fondatori del Ctao Eric, ma continua a offrire un contributo decisivo in termini di competenze e tecnologie. Il Veneto concorre così a rafforzare la competitività dell’intero sistema Paese, creando opportunità per i giovani ricercatori e aprendo nuove strade di collaborazione a livello globale. È così che onoriamo la nostra tradizione scientifica, da Galileo a oggi, guardando al futuro con la fiducia di chi sa che la conoscenza è la chiave del progresso».

Il Ctao Eric (acronimo di Consorzio europeo di infrastrutture di ricerca Ctao, forma giuridica di diritto comunitario) vede il supporto internazionale di dieci Paesi e di un’organizzazione intergovernativa. Tra essi l’Italia, che, oltre a esserne tra i membri fondatori e anche il Paese che ha guidato e ospitato i negoziati per la sua costituzione, ospita la sede centrale del Ctao e contribuisce allo sviluppo tecnologico, alla costruzione e alle operazioni dell’Osservatorio.

«Il Ctao è diventato un Eric, un’organizzazione europea con una portata e un sostegno che si estendono oltre il continente. Con questo passo, siamo stati in grado di avviare attività di costruzione su larga scala nel nostro sito meridionale e di aumentare il nostro supporto per le attività del sito settentrionale. Tutto ciò è stato possibile solo grazie al sostegno di un numero sempre crescente di membri da tutto il mondo, ai quali siamo grati», spiega Stuart McMuldroch, direttore generale del Ctao. «È un piacere essere qui oggi per celebrare questo progresso internazionale che porterà a importanti scoperte scientifiche».

Stuart McMuldroch, direttore generale di Dctao, e Anna Maria Bernini, ministro dell’Univerità e della Ricerca. Crediti: Inaf

L’ambizioso progetto scientifico e tecnologico del Ctao prevede la costruzione di una schiera di oltre 60 telescopi di tre differenti dimensioni distribuiti in due siti, presso l’isola di La Palma (arcipelago delle Canarie, Spagna) per l’emisfero boreale e in Cile per quello australe. Presso il sito Ctao-Nord è attualmente in fase di collaudo il prototipo dei telescopi più grandi, cosiddetti Large-Sized Telescope o Lst, che hanno uno specchio principale di 23 metri di diametro, insieme ad altri tre Lst in diversi stadi di costruzione. Nei prossimi anni saranno costruiti altri tre Lst e un telescopio di dimensioni intermedie (Medium-Sized Telescope, Mst), con uno specchio principale di circa 12 metri. Presso il sito Ctao-Sud, presto inizieranno i lavori di installazione dei primi cinque telescopi di piccola taglia, denominati Small-Sized Telescopes (Sst) e due Mst, la cui consegna è prevista il prossimo anno. L’Osservatorio potrà gestire configurazioni intermedie di telescopi già a partire dal 2027. Queste sotto-matrici della configurazione finale saranno già più sensibili di qualsiasi analogo strumento oggi operativo, avvicinando l’Osservatorio ai suoi primi risultati scientifici.

Il Ctao studierà le sorgenti cosmiche più violente dell’Universo, come buchi neri, pulsar e supernove, per comprendere i fenomeni fisici ad altissime energie che li governano e fornire una visione senza precedenti dell’Universo. Obiettivi che saranno raggiunti grazie allo sviluppo e all’utilizzo di tecnologie all’avanguardia e sistemi informatici di raccolta, analisi e archiviazione di enormi quantità di dati di ultima generazione.

«L’Istituto nazionale di astrofisica anche in questo caso fa gioco di squadra, sia nella collaborazione internazionale, sia con la continua e proficua collaborazione con enti e università italiane», dice Roberto Ragazzoni, presidente dell’Istituto nazionale di astrofisica. «Di particolare menzione la collaborazione con l’Infn, coinvolgendo in maniera sinergica le diverse strutture dell’Inaf, valorizzandone le specificità e le competenze guadagnate nel tempo. Questo nuovo osservatorio dedicato alla radiazione elettromagnetica di alta energia rappresenta un altro importante tassello nella creazione di infrastrutture con capacità multimessaggera».

Fonte: Media INAF

Per saperne di più:

Leggi la press release (in inglese) sul sito di Ctao

Guarda il servizio video su MediaInaf Tv :

Guarda la registrazione della cerimonia sul canale YouTube dell’Inaf di Padova: