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Si è da poco conclusa la “Mt. ETNA SUMMER SCHOOL on submarine and coastal geohazards” – la seconda scuola del progetto BridgET (la prima svoltasi a Santorini nell’ottobre del 2022), dedicata allo studio dei rischi geologici sottomarini e costieri indotti dai cambiamenti climatici. 

BridgeET (Bridging the gap between the land and the sea in a virtual Environment for innovative Teaching and community involvement in the science of climate change-induced marine and coastal geohazard) è un progetto europeo finanziato dal programma “Erasmus + Cooperation partnership in Higher Education (KA220-HED)” che mira alla cooperazione internazionale e interdisciplinare tra varie organizzazioni e alla produzione di risultati innovativi. In particolare, BridgeET nasce con lo scopo di sviluppare attività di apprendimento e insegnamento innovativi e inclusivi, attraverso scuole estive per studenti che si sono laureati in campo scientifico o tecnologico. 

Combinando in modo efficiente le competenze di esperti di spicco e le nuove tecniche di ricerca nel campo della mappatura geologica tridimensionale (3D), le scuole BridgeET forniscono agli studenti un’esperienza pratica unica. Nello specifico, l’esperienza a cui hanno partecipato gli studenti della seconda scuola del progetto BridgeET si è svolta dal 30 settembre all’11 ottobre, nella fantastica cornice di Aci Trezza, una località peschereccia molto rinomata nel comune di Catania.

In molti Paesi, i cambiamenti climatici, l’innalzamento del livello del mare, i rischi tettonici e marini di diversa natura sono problemi ambientali che diventano ogni giorno sempre più significativi. Saper gestire questi problemi è uno degli obiettivi che si vuole raggiungere con questo progetto. 

Attraverso un programma di circa 80 ore di lezioni in aula e attività  pratiche, svolte sia sulla terraferma che in mare aperto, gli studenti della Mt. ETNA SUMMER SCHOOL hanno potuto apprendere le tecnologie più avanzate, che vengono attualmente utilizzate per raccogliere e integrare dati geospaziali e geofisici. La loro esplorazione e analisi viene poi eseguita attraverso la Realtà Virtuale (o Virtual Reality, VR), immersiva e non immersiva.

Grazie alla VR, gli studenti possono avvicinarsi a un’osservazione più diretta dei dati geomorfologici e dei fenomeni geologici che caratterizzano gli ambienti sottomarini. Inoltre, la VR migliora notevolmente il coinvolgimento nell’indagine e nella comprensione spaziale degli ambienti, ed è un ottimo strumento per promuovere l’inclusione nel campo delle geoscienze.

Il partenariato interdisciplinare del progetto BridgET comprende esperti di primo piano provenienti da sei Università europee, tra cui l’Università degli studi di Milano-Bicocca, e due Istituti di Ricerca: l’Istituto Nazionale Di Astrofisica (INAF) e l’Istituto Nazionale Di Geofisica E Vulcanologia (INGV). Tra i partner, anche l’azienda privata tedesca Orthodrone, che vanta una notevole esperienza nell’offerta di servizi aerei per progetti aziendali e di ricerca.

Per INAF si tratta di attività di trasferimento tecnologico per la parte di visualizzazione scientifica ed in particolare della VR. Nello specifico le attività che portiamo avanti nel progetto sono rivolte alla costruzione di scenari VR da ricostruzioni 3D, nonché al miglioramento degli strumenti VR già sviluppati nella precedente azione Erasmus+ (https://www.3dtelc.com) focalizzandoci al rilevamento costiero e sottomarino” – dice Fabio Vitello, principal investigator (PI) di BridgeET per l’INAF.

Crediti: F. Vitello (INAF)

Tra le varie attività svolte nel corso della scuola, gli studenti hanno potuto visitare la sede “M.G. Fracastoro” dell’Osservatorio Astrofisico di Catania (OACT), sita in località Serra la Nave, a quota 1725 m s.l.m., nel cuore del parco dell’Etna. L’OACT è una delle sedi dell’INAF e ospita tra tanti strumenti, il telescopio Cherenkov ASTRI-Horn per lo studio dei raggi gamma – prototipo per il futuro progetto internazionale CTA Observatory, dedicato allo studio da Terra delle sorgenti più violente dell’Universo.

“E’ stato un vero piacere per noi ospitare gli studenti della scuola BridgeET” – commenta Isabella Pagano, direttrice dell’Osservatorio Astrofisico di Catania – “I continui progressi tecnologici e digitali fanno progredire rapidamente la ricerca scientifica. Scuole come queste sono un magnifico esempio dell’interdisciplinarietà della scienza moderna e testimoniano la fortissima valenza delle azioni dell’Unione Europea per favorire lo scambio, le interazioni e la crescita dei suoi ricercatori”.

Grazie alla sinergia efficace data dalla complementarietà delle competenze dei partner BridgET, tra cui l’INAF, i neo laureati in campo scientifico e tecnologico saranno più preparati a un mercato del lavoro che è sempre più competitivo e a un bacino di utenza sempre più eterogeneo.

 

Daniela Sicilia