Nell’ambito della collaborazione Gaps di cui fanno parte alcuni ricercatori dell’Oss. Atrofisico di Catania, sono stati pubblicati i primi risultati di uno studio sistematico su un campione di stelle di piccola massa, in particolare nane di classe K e M, che ospitano pianeti giganti di lungo periodo. Lo studio ha lo scopo di cercare compagni planetari di piccola massa in orbite interne attorno a questo tipo di stelle.
Quello da cui si sviluppano stelle a bassa metallicità è un ambiente “povero”, scarso di elementi chimici più pesanti dell’elio e un nuovo studio del programma GAPS ha confermato che attorno a tali stelle è poco probabile trovare pianeti giganti. Tra gli autori dello studio sono presenti anche i ricercatori dell’Osservatorio di Catania che fanno parte del programma GAPS.
Francesca Faedi e Aldo Bonomo, ricercatori dell’Inaf di Catania e Torino, hanno partecipato alla caratterizzazione di K2-229b, un esopianeta che assomiglia per dimensioni alla Terra, ma è molto più massiccio. Tanto da essere avvicinato, per la sua possibile composizione interna, al nostro Mercurio. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Nature Astronomy.
La maggior parte delle stelle sono nane rosse: piccole, fredde, estremamente longeve. Ambiente ideale per chi è a caccia di mondi extrasolari di tipo roccioso, purtroppo emettono radiazioni molto energetiche, in grado di “sterilizzare” i pianeti vicini. Insomma, non proprio l’ideale per lo sviluppo della vita. Articolo di Gaetano Scandariato, ricercatore INAF all’Osservatorio di Catania.
Si chiamano gioviani caldi, e sono conosciuti anche come giganti gassosi o hot Jupiters: si tratta di una classe di esopianeti di cui abbiamo parlato spesso e sulla cui origine la nostra conoscenza fa oggi un importante passo avanti grazie al programma osservativo Gaps (Global Architecture of Planetary Systems) di cui fanno parte vari ricercatori dell’OACT.