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Il nettuniano più denso mai osservato

Il nettuniano più denso mai osservato

Scoperto da un team di scienziati guidato dall’Università di Roma Tor Vergata e dall’Inaf un esopianeta dalle caratteristiche straordinarie. Individuato grazie al satellite Tess della Nasa e caratterizzato con il Telescopio nazionale Galileo, mostra proprietà fisiche che mettono in crisi le teorie convenzionali di formazione ed evoluzione planetarie. La ricerca è stata pubblicata oggi su Nature.

Cheops osserva il pianeta più brillante di sempre

Cheops osserva il pianeta più brillante di sempre

È un esopianeta ultra-caldo che orbita attorno alla sua stella ospite in meno di un giorno, nella regione conosciuta come deserto dei nettuniani caldi. I dati della missione Cheops dell’Esa hanno portato a una sorprendente rivelazione: è coperto da nubi composte da metalli riflettenti, che lo rendono l’esopianeta più brillante mai trovato. Con un commento del co-autore Gaetano Scandariato dell’Inaf di Catania.

Poker di mini-Nettuni per Cheops

Poker di mini-Nettuni per Cheops

La missione Cheops dell’Agenzia spaziale europea ha confermato l’esistenza di quattro esopianeti caldi in orbita attorno ad altrettante stelle della Via Lattea. Le dimensioni di questi pianeti sono comprese tra la dimensione della Terra e quella di Nettuno, e orbitano attorno alle loro stelle più vicino di Mercurio attorno al Sole. Tutti i dettagli sono riportati in quattro articoli pubblicati su A&A e Mnras

Insalata di molecole per due tiepidi esopianeti

Insalata di molecole per due tiepidi esopianeti

Acqua, metano, acido cianidrico, monossido di carbonio, ammoniaca, acetilene e forse anidride carbonica. Sono le molecole identificate da due team di astronomi – guidati da Ilaria Carleo dell’Instituto de Astrofísica de Canarias e da Gloria Guilluy dell’Istituto nazionale di astrofisica – nelle atmosfere dei giganti gassosi Wasp-80b e Wasp-69b grazie allo spettrografo Giano-B del Telescopio nazionale Galileo.

I sistemi planetari intorno a giovani nane rosse

I sistemi planetari intorno a giovani nane rosse

In uscita su Astronomy & Astrophysics, il primo studio statistico di sistemi planetari osservati con il metodo delle velocità radiali a concentrarsi su un campione ristretto di nane rosse di tipo early, ovvero con masse comprese tra 0,7 e 0,3 masse solari. Le osservazioni di questo studio a guida Inaf sono state effettuate con lo spettrografo Harps-N al Telescopio nazionale Galileo.

Il più giovane esopianeta con orbita ultra-breve

Il più giovane esopianeta con orbita ultra-breve

Si chiama Toi-1807b l’esopianeta conosciuto come uno dei pochi ad avere un periodo di rivoluzione attorno alla propria stella inferiore a un giorno. Si tratta di un pianeta roccioso, quindi simile alla Terra, ma molto vicino alla sua stella madre: un anno su questo oggetto celeste dura “solo” 13 ore. Questo e molti altri dettagli sono stati descritti in un articolo in via di pubblicazione sulla rivista A&A.

Orbite trasversali: due pianeti ad angolo retto

Orbite trasversali: due pianeti ad angolo retto

Fra i mondi che popolano il sistema esoplanetario della stella Hd 3167, a circa 155 anni luce di distanza dalla Terra, ce n’è almeno uno che sembra seguire un’orbita equatoriale e almeno un altro che si muove invece su un’orbita polare. Giusi Micela (Inaf Palermo): «L’esistenza contemporanea di pianeti con orbite allineate e non allineate è un caso unico tra gli esopianeti noti, e probabilmente una combinazione rara che suggerisce una storia dinamica complessa»

Esopianeta migrato, lo rivela la sua atmosfera

Esopianeta migrato, lo rivela la sua atmosfera

Mai prima d’ora era stata studiata con un simile livello di dettaglio la composizione chimica dell’atmosfera di un pianeta extrasolare. Grazie a osservazioni con il Telescopio Nazionale Galileo e a un’innovativa analisi dei dati, un team internazionale a guida dell’Inaf ha rivelato simultaneamente per la prima volta la presenza di sei specie chimiche nell’atmosfera di un esopianeta, il gigante gassoso caldo HD 209458b: acqua, monossido di carbonio, acido cianidrico, metano, ammoniaca e acetilene. La presenza di tali molecole indica che l’atmosfera dell’esopianeta è più ricca di carbonio che di ossigeno: ciò suggerisce che HD 209458b si sia formato a grandi distanze dalla sua stella e sia poi migrato verso di essa.