Sebbene la sua massa stimata sia di tutto rispetto, 36 volte maggiore di quella della Terra, Gl 15 A c è ad oggi il più piccolo pianeta noto con un periodo orbitale così lungo. Lo studio nasce dalla collaborazione tra la comunità italiana del programma di ricerca GAPS (Global Architecture of Planetary Systems) e gli istituti spagnoli Ice e Iac uniti dal progetto Hades.
Cinque esopianeti nel mirino dello spettrografo ad alta risoluzione Harps-N, montato al Telescopio nazionale Galileo dell’Inaf alle Canarie. Risultato: le orbite di Hat-P-22b e Wasp-39b sono ben allineate con l’angolo di rotazione della propria stella, Hat-P-3b è leggermente disallineato e Hat-P-12b è molto disallineato. Quanto a Wasp-60b, si sta muovendo inaspettatamente su un’orbita retrograda.
La scoperta ha richiesto l’analisi di 151 spettri ad alta risoluzione della stella ospite, GJ 625, raccolti in tre anni e mezzo con lo spettrografo Harps-N, montato al Telescopio nazionale Galileo. Fra gli autori dello studio, uscito su A&A, quattro astrofisici dell’Inaf di Catania.
La maggior parte delle stelle sono nane rosse: piccole, fredde, estremamente longeve. Ambiente ideale per chi è a caccia di mondi extrasolari di tipo roccioso, purtroppo emettono radiazioni molto energetiche, in grado di “sterilizzare” i pianeti vicini. Insomma, non proprio l’ideale per lo sviluppo della vita. Articolo di Gaetano Scandariato, ricercatore INAF all’Osservatorio di Catania.
Come si forma un cosiddetto ”gioviano caldo”? La spiegazione potrebbe arrivare da fenomeni migratori su scala interplanetaria. Lo suggerisce uno studio nell’ambito del programma GAPS, condotto con lo strumento Harps-N, al Tng, su 231 esopianeti giganti.