Fondamentali per comprendere la struttura interna degli “Hot Jupiter” e l’interazione con la loro stella, sono le prime misure di campi magnetici ottenute per questa classe di pianeti, e le prime in assoluto basate sull’interazione stella-pianeta osservando spettroscopicamente le atmosfere stellari con telescopi da terra. Fra gli autori dello studio pubblicato su Nature Astronomy, Antonino Lanza dell’INAF di Catania.
Cinque esopianeti nel mirino dello spettrografo ad alta risoluzione Harps-N, montato al Telescopio nazionale Galileo dell’Inaf alle Canarie. Risultato: le orbite di Hat-P-22b e Wasp-39b sono ben allineate con l’angolo di rotazione della propria stella, Hat-P-3b è leggermente disallineato e Hat-P-12b è molto disallineato. Quanto a Wasp-60b, si sta muovendo inaspettatamente su un’orbita retrograda.
Si chiamano gioviani caldi, e sono conosciuti anche come giganti gassosi o hot Jupiters: si tratta di una classe di esopianeti di cui abbiamo parlato spesso e sulla cui origine la nostra conoscenza fa oggi un importante passo avanti grazie al programma osservativo Gaps (Global Architecture of Planetary Systems) di cui fanno parte vari ricercatori dell’OACT.
Grazie al programma osservativo GAPS dell’INAF è stato scoperto il primo sistema planetario multiplo in un ammasso stellare aperto. Dopo il già noto Pr0211b, orbitante molto vicino alla stella madre, ora si è rilevato, su un’orbita molto più esterna, anche Pr0211c, otto volte più massiccio di Giove e con un periodo orbitale di almeno nove anni.
Di prossima pubblicazione su A&A i primi due risultati del progetto GAPS – Global Architecture of Planetary Systems. Le accuratissime misure dello spettrometro HARPS-N, installato al Telescopio Nazionale Galileo, stanno aiutando gli astrofisici a delineare, con maggior precisione, importanti caratteristiche delle centinaia, forse migliaia, di sistemi planetari presenti nella nostra Galassia. Alla ricerca di pianeti simili alla Terra e di risposte sulla formazione del nostro sistema solare.