Come si forma un cosiddetto ”gioviano caldo”? La spiegazione potrebbe arrivare da fenomeni migratori su scala interplanetaria. Lo suggerisce uno studio nell’ambito del programma GAPS, condotto con lo strumento Harps-N, al Tng, su 231 esopianeti giganti.
Si chiamano gioviani caldi, e sono conosciuti anche come giganti gassosi o hot Jupiters: si tratta di una classe di esopianeti di cui abbiamo parlato spesso e sulla cui origine la nostra conoscenza fa oggi un importante passo avanti grazie al programma osservativo Gaps (Global Architecture of Planetary Systems) di cui fanno parte vari ricercatori dell’OACT.
Grazie al programma osservativo GAPS dell’INAF è stato scoperto il primo sistema planetario multiplo in un ammasso stellare aperto. Dopo il già noto Pr0211b, orbitante molto vicino alla stella madre, ora si è rilevato, su un’orbita molto più esterna, anche Pr0211c, otto volte più massiccio di Giove e con un periodo orbitale di almeno nove anni.
Decima pubblicazione, con una Letter su Astronomy&Astrophysics, per gli astronomi del programma osservativo Global Architecture for Planetary Systems (GAPS). Il monitoraggio e le misure effettuate in un lungo arco di tempo, pari a circa un anno e mezzo, hanno permesso di comprovare l’esistenza di un secondo pianeta attorno alla stella Kelt-6.