Il primo dei ventisei telescopi che andranno a formare l’occhio composito del cacciatore di pianeti extrasolari Plato dell’Esa è pronto. Ne parliamo con Roberto Ragazzoni (direttore dell’Inaf di Padova), instrument scientist dei telescopi di Plato, e Isabella Pagano (direttrice dell’Inaf di Catania), co-principal investigator della missione.
Con il superamento della Critical Milestone Review, la missione PLATO dell’ESA ha ricevuto il via libera a completare il processo di costruzione del satellite e del payload. Luca Valenziano (Inaf): «Il traguardo intermedio raggiunto con questa milestone ci rende orgogliosi e fiduciosi per l’impegnativa fase di costruzione degli strumenti, che vedrà i ricercatori italiani in prima fila in quasi ogni ambito di questa complessa, ambiziosa missione».
La settimana scorsa il modello termo-strutturale del futuro cacciatore di nuove Terre potenzialmente abitabili dell’Esa ha superato con successo i test termo-meccanici. Dopo la valutazione dell’allineamento delle ottiche del telescopio, iniziata ieri presso gli stabilimenti Hst di Prato, si passerà alle prove di validazione delle prestazioni ottiche dei telescopi. Con il commento della responsabile scientifica italiana per la missione, Isabella Pagano dell’Inaf di Catania.
Mercoledì 26 agosto la Instrument Control Unit (Icu) di Plato – il futuro cacciatore di nuove Terre potenzialmente abitabili dell’Agenzia spaziale europea, con lancio previsto nel 2026 – è stata accesa per la prima volta in maniera ufficiale e nominale. Ne parla oggi su Media Inaf Stefano Pezzuto, software system engineer della Icu.
La missione PLAnetary Transit and Oscillations of stars è stata adottata ufficialmente nel programma scientifico dell’Agenzia Spaziale Europea, e passa quindi dalla fase progettuale a quella definitiva della sua realizzazione. Plato vede in prima linea l’Italia grazie all’Agenzia Spaziale Italiana e al contributo scientifico e tecnologico dell’Istituto nazionale di astrofisica.