L’Istituto nazionale di astrofisica riceve in media dal 5×1000 circa 20mila euro all’anno. Cifra che viene destinata perlopiù alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio storico-scientifico dell‘Istituto, spiega la responsabile del settore Antonella Gasperini, dalla catalogazione e digitalizzazione di libri antichi al restauro di strumenti storici quali i telescopi Merz di Catania e di Brera
Grazie al telescopio spaziale Gaia dell’Esa, è stato scoperto il buco nero di origine stellare più massiccio a oggi noto nella nostra galassia. È dormiente, è il secondo buco nero noto più vicino alla Terra, a una distanza di 1926 anni luce, e pesa circa 33 masse solari. Si trova in un sistema binario con una stella compagna vecchia 11 miliardi di anni. Con i commenti del primo autore dello studio, Pasquale Panuzzo, di Reggio Calabria
Ullyses è un programma di osservazione del telescopio spaziale Hubble che prevede l’osservazione in luce ultravioletta di oltre 300 stelle, al fine di produrre una libreria di modelli spettrali di giovani stelle di piccola massa, localizzate in otto regioni di formazione stellare nella Via Lattea, e di stelle mature di grande massa, localizzate in diverse galassie nane vicine, comprese le Nubi di Magellano