Epsilon Indi è una nana arancione distante 11.9 anni luce dalla Terra. Un team internazionale di astronomi l’ha osservata, rilevando sulla sua superficie il più debole stellamoto mai registrato fino ad oggi. Enrico Corsaro (Inaf): «Grazie alle capacità dello spettrografo Espresso, siamo riusciti a cogliere delle oscillazioni sulla superficie stellare con un’ampiezza di appena 2.6 centimetri al secondo, in un nuovo regime che di base prima non era accessibile»
Grazie aI satellite dell’Esa Cheops, per la prima volta sull’atmosfera di un pianeta extrasolare, Wasp-76 b, sono stati trovati possibili segni di anelli concentrici di luce colorata simili a quelli dell’arcobaleno: un fenomeno, noto come “effetto gloria”, che si verifica solo in condizioni particolari. Lo vediamo spesso sulla Terra, ed è stato osservato solo una volta su Venere.
Quanti pianeti simili alla Terra orbitano attorno alla zona abitabile di stelle simili al Sole? Come si formano e si evolvono i pianeti nei loro sistemi planetari? Come interagiscono con le proprie stelle? Queste sono alcune delle domande a cui la missione PLATO...
Con una serie di studi, un gruppo di astronomi ha gettato nuova luce sull’affascinante e complesso processo della formazione dei pianeti. Le straordinarie immagini, catturate utilizzando il VLT (Very Large Telescope) dell’ESO (Osservatorio Europeo Australe) in Cile, rappresentano una delle più grandi survey mai effettuate sui dischi di formazione planetaria. La ricerca riunisce le osservazioni di oltre 80 giovani stelle intorno a cui potrebbero formarsi pianeti, fornendo agli astronomi una grande quantità di dati e di approfondimenti unici su come nascono i pianeti nelle diverse regioni della nostra galassia.
Un raro sistema stellare costituito da sei esopianeti in risonanza è stato scoperto grazie alla missione Cheops dell’Esa. La loro configurazione orbitale mostra che il sistema è rimasto in gran parte invariato dalla sua formazione, avvenuta più di un miliardo di anni fa. Il risultato è stato pubblicato su Nature
Scoperto da un team di scienziati guidato dall’Università di Roma Tor Vergata e dall’Inaf un esopianeta dalle caratteristiche straordinarie. Individuato grazie al satellite Tess della Nasa e caratterizzato con il Telescopio nazionale Galileo, mostra proprietà fisiche che mettono in crisi le teorie convenzionali di formazione ed evoluzione planetarie. La ricerca è stata pubblicata oggi su Nature.