Un gruppo internazionale coordinato da ricercatori Inaf è riuscito a osservare la propagazione dei moti turbolenti del vento solare dalle zone più interne della corona del Sole fino allo spazio. Lo studio, a cui hanno collaborato anche ricercatori e ricercatrici di Asi, Cnr e delle Università di Firenze, Padova, Urbino, Genova, Catania, Palermo e della Calabria, è stato pubblicato oggi su ApJ Letters
Grazie a un particolare allineamento cosmico e ad alcune correzioni dell’assetto della sonda Solar Orbiter, è stata effettuata una misurazione innovativa, congiunta con la missione Parker Solar Probe, che sta aiutando a risolvere l’apparente paradosso del perché la corona, ovvero la parte più esterna dell’atmosfera solare, sia così calda
Utilizzando i dati raccolti dalle due sonde spaziali solari più all’avanguardia – Parker Solar Probe della Nasa e Solar Orbiter di Esa e Nasa – un team guidato da Ruggero Biondo (Università di Palermo e Inaf di Torino) è riuscito a ricostruire la struttura dettagliata del vento emesso dalla corona solare, congiungendo con un ottimo accordo le osservazioni dei due strumenti spaziali.
Catturato per la prima volta dal coronografo Metis di Solar Orbiter uno “switchback” solare, una inversione del campo magnetico locale nell’atmosfera della nostra stella che, come sotto l’effetto di una frusta, si propaga a grandissime distanze nello spazio interplanetario. Il lavoro che descrive la scoperta, pubblicato sulla rivista Astrophysical journal letters, è a guida Inaf.
La sonda dell’Agenzia spaziale europea si è trovata oggi ad attraversare la linea Terra-Sole, e sta accelerando verso il suo storico primo passaggio ravvicinato della nostra stella. Il 14 marzo oltrepasserà l’orbita di Mercurio, il pianeta più interno del Sistema solare, e il 26 marzo raggiungerà il punto di massimo avvicinamento al Sole
Nel pieno del suo lungo viaggio verso il Sole, la sonda Solar Orbiter ha ben impiegato il tempo attivando i suoi strumenti, verificando il loro corretto funzionamento e raccogliendo le prime misure sia dell’ambiente interplanetario che del Sole e della sua turbolenta atmosfera. I dati raccolti dai dieci differenti strumenti a bordo della sonda sono già così accurati e interessanti da permettere agli scienziati di ottenere risultati di prim’ordine
La missione effettuerà il prossimo rendez-vous con il pianeta il 9 agosto. Intanto arrivano nuovi risultati scientifici sulla corona solare grazie a Metis, uno degli strumenti italiani a bordo di Solar Orbiter, realizzato con il contributo di Asi, Inaf e le università di Firenze e Padova.
Nel 2020, le tre sonde spaziali dedicate all’osservazione del Sole – Solar Orbiter di Esa e Nasa, Parker Solar Probe della Nasa e Stereo della Nasa – hanno catturato scorci unici dei pianeti del Sistema solare, regalandoci splendide immagini da diversi punti di vista, sfruttando il fatto che alcuni strumenti a bordo hanno visto diversi pianeti passare contemporaneamente attraverso i loro campi di vista
Il coronografo italiano Metis a bordo di Solar Orbiter è stato acceso e portato in temperatura per la prima volta. Tutto bene, anche se gli effetti dell’epidemia italiana di coronavirus hanno limitato l’accesso di ricercatrici e ricercatori provenienti dalle regioni del nord Italia.
Partita la sonda che ci svelerà nuovi segreti della nostra stella. «Solar Orbiter è una missione molto importante e molto attesa, con un notevole contributo italiano che vede il coordinamento scientifico in capo all’Inaf», commenta il Presidente Inaf, Nichi D’Amico.