Cinque esopianeti nel mirino dello spettrografo ad alta risoluzione Harps-N, montato al Telescopio nazionale Galileo dell’Inaf alle Canarie. Risultato: le orbite di Hat-P-22b e Wasp-39b sono ben allineate con l’angolo di rotazione della propria stella, Hat-P-3b è leggermente disallineato e Hat-P-12b è molto disallineato. Quanto a Wasp-60b, si sta muovendo inaspettatamente su un’orbita retrograda.
La scoperta ha richiesto l’analisi di 151 spettri ad alta risoluzione della stella ospite, GJ 625, raccolti in tre anni e mezzo con lo spettrografo Harps-N, montato al Telescopio nazionale Galileo. Fra gli autori dello studio, uscito su A&A, quattro astrofisici dell’Inaf di Catania.
Quel lontanissimo asteroide “di fascia principale”, orbitante tra Marte e Giove, con un diametro di 12 km e mezzo, scoperto nel 1981, ora si chiama “11465 Fulvio”. L’ha stabilito nell’aprile scorso, in una conferenza internazionale (“Asteroids, Comets and Meteors...
Come si forma un cosiddetto ”gioviano caldo”? La spiegazione potrebbe arrivare da fenomeni migratori su scala interplanetaria. Lo suggerisce uno studio nell’ambito del programma GAPS, condotto con lo strumento Harps-N, al Tng, su 231 esopianeti giganti.
Un pianeta gigante, grande almeno 11 volte il nostro Giove, in orbita attorno a una stella gigante rossa con uno dei periodi più brevi tra i sistemi di questo tipo. A scoprire la inedita coppia celeste è stato il team di ricercatori del progetto guidato dall’INAF, utilizzando gli strumenti GIANO e HARPS-N installati al Telescopio Nazionale Galileo.
La missione PLAnetary Transit and Oscillations of stars è stata adottata ufficialmente nel programma scientifico dell’Agenzia Spaziale Europea, e passa quindi dalla fase progettuale a quella definitiva della sua realizzazione. Plato vede in prima linea l’Italia grazie all’Agenzia Spaziale Italiana e al contributo scientifico e tecnologico dell’Istituto nazionale di astrofisica.
Malgrado il nome, non hanno niente a che fare con i pianeti: sono ciò che resta al termine della vita delle stelle di piccola massa. Formate da nubi di gas caldo ionizzato, sono ricche di elementi pesanti, come carbonio, azoto e ossigeno. La loro varietà le rende oggetti fra i più esteticamente affascinanti del cosmo. Articolo scritto da Adriano Ingallinera dell’INAF-Osservatorio Astrofisico di Catania.
Individuato con la tecnica della velocità radiale un pianeta roccioso al limite della zona abitabile di una nana rossa. Al momento si conoscono solo qualche decina di sistemi planetari di questo tipo. La scoperta è stata possibile grazie allo spettrografo Harps-N installato al Telescopio nazionale Galileo dell’Inaf, situato all’Osservatorio del Roque de Los Muchachos, alle Canarie.
Si chiamano gioviani caldi, e sono conosciuti anche come giganti gassosi o hot Jupiters: si tratta di una classe di esopianeti di cui abbiamo parlato spesso e sulla cui origine la nostra conoscenza fa oggi un importante passo avanti grazie al programma osservativo Gaps (Global Architecture of Planetary Systems) di cui fanno parte vari ricercatori dell’OACT.
Ecco il primo risultato ottenuto all’interno della collaborazione INAF-GAPS con l’Institut de Ciències de l’Espai/CSIC-IEEC (ICE) e con l’Instituto de Astrofísica de Canarias (IAC). Lo studio riguarda esopianeti attorno a stelle più piccole e più fredde del Sole. Il pianeta più interno scoperto potrebbe rappresentare il tassello mancante nello studio della composizione dei mondi simili alla Terra.