Un gruppo internazionale coordinato da ricercatori Inaf è riuscito a osservare la propagazione dei moti turbolenti del vento solare dalle zone più interne della corona del Sole fino allo spazio. Lo studio, a cui hanno collaborato anche ricercatori e ricercatrici di Asi, Cnr e delle Università di Firenze, Padova, Urbino, Genova, Catania, Palermo e della Calabria, è stato pubblicato oggi su ApJ Letters
Epsilon Indi è una nana arancione distante 11.9 anni luce dalla Terra. Un team internazionale di astronomi l’ha osservata, rilevando sulla sua superficie il più debole stellamoto mai registrato fino ad oggi. Enrico Corsaro (Inaf): «Grazie alle capacità dello spettrografo Espresso, siamo riusciti a cogliere delle oscillazioni sulla superficie stellare con un’ampiezza di appena 2.6 centimetri al secondo, in un nuovo regime che di base prima non era accessibile»
Anche lo strumento Majis è stato acceso e testato con successo, a poche settimane dal lancio della sonda Juice. È quindi pronto per compiere la sua missione, ovvero studiare la composizione della superficie e l’esosfera delle lune ghiacciate e caratterizzare la composizione e la dinamica dell’atmosfera di Giove. Con un commento di Giuseppe Piccioni, Co-Pi dello strumento per l’Inaf di Roma
Il Whole Earth Blazar Telescope, una collaborazione di astronomi di cui fanno parte ricercatrici e ricercatori dell’Inaf, ha scoperto che la radiazione del getto del blazar mostra forti oscillazioni cicliche di luminosità nell’arco di alcune ore. Secondo il team, ciò è dovuto al fatto che il getto non è esattamente rettilineo: presenta una piega a una distanza di circa 16 anni luce dal buco nero che ha deviato ritmicamente il potentissimo flusso di radiazione verso di noi.
Nella notte tra il 15 e il 16 dicembre il coronografo Metis a bordo della sonda Solar Orbiter ha fotografato la cometa Leonard, soprannominata la “cometa di Natale”. Sebbene Metis sia stato progettato per lo studio della corona solare, di tanto in tanto ha occasione di osservare anche le comete che attraversano il suo campo di vista.
Il coronografo a bordo di Solar Orbiter, missione Esa in volo verso il Sole, ha ottenuto ieri per la prima volta immagini della corona solare nella riga Ly-alpha, completando così con successo il test sul canale ultravioletto. Ci racconta com’è andata il team italiano dello strumento, in attesa della prossima tappa: la messa a punto dell’allineamento degli occultatori, in calendario per il 15 maggio.
Il coronografo italiano Metis a bordo di Solar Orbiter è stato acceso e portato in temperatura per la prima volta. Tutto bene, anche se gli effetti dell’epidemia italiana di coronavirus hanno limitato l’accesso di ricercatrici e ricercatori provenienti dalle regioni del nord Italia.
Partita la sonda che ci svelerà nuovi segreti della nostra stella. «Solar Orbiter è una missione molto importante e molto attesa, con un notevole contributo italiano che vede il coordinamento scientifico in capo all’Inaf», commenta il Presidente Inaf, Nichi D’Amico.
Lo strumento finanziato dall’Asi e realizzato in collaborazione con Inaf è stato consegnato ad Airbus UK per essere integrato nella sonda Solar Orbiter dell’Agenzia spaziale europea.
METIS è uno degli strumenti del carico scientifico della sonda Solar Orbiter, la missione dell’ESA finalizzata allo studio del Sole, dei poli solari e dello spazio ad esso immediatamente circostante. Lo strumento è stato progettato da un team scientifico dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), realizzato da un consorzio industriale e finanziato dall’ASI