Incapsulato all’interno del modulo di trasporto del lanciatore Soyuz insieme a uno dei satelliti della costellazione italiana Cosmo-SkyMed, il telescopio spaziale europeo per lo studio degli esopianeti è pronto a spiccare il volo il 17 dicembre.
È un’orbita così stretta da rendere estremamente improbabile la presenza di un esopianeta proprio lì, a quella distanza. Eppure c’è. Lo ha rilevato Tess attorno alla gigante rossa Hd 203949. Ne parliamo con Enrico Corsaro, ricercatore all’Inaf di Catania e coautore di uno studio pubblicato su ApJ su questo risultato.
Il cosmologo James Peebles e i planetologi Michel Mayor e Didier Queloz sono stati premiati con il Nobel per la Fisica 2019 per le loro scoperte relative alla radiazione cosmica di fondo e ai primi pianeti esterni al Sistema solare: scoperte che hanno cambiato la nostra immagine dell’universo. Nichi D’Amico (presidente Inaf): «Un risultato grandioso».
Fra quelli confermati, è il pianeta più giovane fino a ora mai individuato dal telescopio spaziale Nasa. Un mondo grande la metà di Giove, in orbita attorno a una stella di appena 40 milioni di anni. Sembra molto promettente per lo studio delle atmosfere extrasolari. Tra gli autori della scoperta, pubblicata su A&A, Sergio Messina, ricercatore presso l’Osservatorio Astrofisico di Catania.
Scoperto da un team di ricercatori in gran parte dell’Inaf un nuovo effetto che l’atmosfera di un esopianeta molto caldo può indurre sulla misura della velocità radiale della stella madre durante il transito planetario. Tale effetto, individuato grazie alle osservazioni del Telescopio nazionale Galileo dell’INAF, potrà permettere di rivelare in modo diretto la presenza di elementi pesanti come il ferro nelle atmosfere di altri pianeti extrasolari estremamente caldi.
Fondamentali per comprendere la struttura interna degli “Hot Jupiter” e l’interazione con la loro stella, sono le prime misure di campi magnetici ottenute per questa classe di pianeti, e le prime in assoluto basate sull’interazione stella-pianeta osservando spettroscopicamente le atmosfere stellari con telescopi da terra. Fra gli autori dello studio pubblicato su Nature Astronomy, Antonino Lanza dell’INAF di Catania.
Questo telescopio spaziale made in Italy si dedicherà alla ricerca di pianeti transienti. L’Italia ha un importante ruolo nella missione. Ingegneri e scienziati sono pronti al lancio, previsto per questo autunno.
C’è qualcuno, là fuori? Esistono altre forme di vita? Secondo l’astrofisico americano Frank Drake il numero di civiltà aliene (nella Via Lattea) in grado di comunicare con noi può essere calcolato come il prodotto di 7 fattori: il numero di stelle che si formano ogni...
La missione Cheops dell’Esa dedicata alla caratterizzazione dei pianeti extrasolari ha superato brillantemente un’importante review: il satellite è pronto per il volo. Il lancio è previsto tra sette mesi dalla Guiana francese. Media Inaf ha raggiunto, per l’occasione, due scienziati della missione, Isabella Pagano dell’Inaf di Catania e Roberto Ragazzoni dell’Inaf di Padova.
Quello da cui si sviluppano stelle a bassa metallicità è un ambiente “povero”, scarso di elementi chimici più pesanti dell’elio e un nuovo studio del programma GAPS ha confermato che attorno a tali stelle è poco probabile trovare pianeti giganti. Tra gli autori dello studio sono presenti anche i ricercatori dell’Osservatorio di Catania che fanno parte del programma GAPS.