Un gruppo di ricercatori guidati dall’Università di Glasgow è riuscito a ottenere nuove informazioni sul meccanismo di formazione delle regioni solari attive, aree di elevata concentrazione dei campi magnetici e possibili sedi di eruzioni solari. Nel team che ha condotto lo studio, i cui risultati sono stati presentati oggi al National Astronomy Meeting della Royal Astronomical Society, ci sono anche Salvo Guglielmino e Paolo Romano dell’Inaf di Catania.
L’obiettivo dell‘Aeronautica militare, dell’Inaf e dell’Ingv è di collaborare nello sviluppo di una capacità operativa autonoma per lo Space Weather, con assetti nazionali, accrescendo le sinergie, le capacità e le competenze nel settore.
Dopo un’interruzione di oltre tre mesi il Sole torna a essere sorvegliato speciale all’Osservatorio Inaf di Catania, dove il telescopio solare sta osservando la comparsa delle prime macchie del nuovo ciclo solare, dopo mesi di calma piatta. La pausa obbligata è stata anche l’occasione per definire un aggiornamento del telescopio che lo porti a livello di standard internazionale.
Il volume “The science of Est” raccoglie tutti i 77 articoli scritti da astronomi solari professionisti provenienti da 30 diversi centri di ricerca e università europee, dedicati alle osservazioni e alle ricerche sulla fisica solare che saranno rese possibili dal futuro telescopio Est. Ne abbiamo parlato con Salvatore Guglielmino e Luca Giovannelli, che hanno contribuito alla realizzazione dell’opera.
Il coronografo a bordo di Solar Orbiter, missione Esa in volo verso il Sole, ha ottenuto ieri per la prima volta immagini della corona solare nella riga Ly-alpha, completando così con successo il test sul canale ultravioletto. Ci racconta com’è andata il team italiano dello strumento, in attesa della prossima tappa: la messa a punto dell’allineamento degli occultatori, in calendario per il 15 maggio.
Il coronografo italiano Metis a bordo di Solar Orbiter è stato acceso e portato in temperatura per la prima volta. Tutto bene, anche se gli effetti dell’epidemia italiana di coronavirus hanno limitato l’accesso di ricercatrici e ricercatori provenienti dalle regioni del nord Italia.