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900 “occhi” in fibra ottica per studiare l’universo

900 “occhi” in fibra ottica per studiare l’universo

Sulle isole Canarie si sta completando l’assemblaggio e i test preliminari di Weave, un sofisticato strumento che fornirà dati preziosissimi per riuscire a comprendere come si è formata la nostra galassia e l’evoluzione delle sue stelle, ma anche l’evoluzione delle galassie esterne alla nostra e la natura della materia oscura e dell’energia oscura. Il progetto internazionale vede la partecipazione scientifica dell’Inaf.

First results from the C-MetaLL project: unveiling the nature of two first-crossing Classical Cepheids

First results from the C-MetaLL project: unveiling the nature of two first-crossing Classical Cepheids

Arrivano i primi risultati del progetto C-MetaLL guidato da Vincenzo Ripepi (INAF-OACN) e Gianni Catanzaro (INAF-OACT).
Il progetto è dedicato allo studio delle Cefeidi Classiche (DCEPs), una particolare classe di stelle variabili che pulsano periodicamente a causa della loro instabilità. Combinando i dati dello spettrografo HARPSN con quelli dei satelliti TESS e GAIA, gli autori dello studio hanno potuto determinare con precisione le abbondanze chimiche di due DCEPs. Grazie a questo progetto sarà possibile capire meglio come la relazione periodo-luminosità delle Cefeidi sia legata alla loro metallicità, una questione ancora oggi dibattuta di grande rilevanza nel contesto della scala delle distanze extragalattiche.

Il segnale Uv e ottico che sfida i modelli delle pulsar

Il segnale Uv e ottico che sfida i modelli delle pulsar

Osservati, per la prima volta da una pulsar al millisecondo in fase “esplosiva”, lampi in banda ottica e ultravioletta oltre alle pulsazioni nei raggi X tipiche di questi corpi celesti. La scoperta, guidata da ricercatrici e ricercatori dell’Istituto nazionale di astrofisica e basata anche su osservazioni effettuate con il Telescopio nazionale Galileo, mette alla prova i modelli teorici che descrivono il comportamento delle pulsar in sistemi binari.

Ullyses, un riferimento tra le stelle

Ullyses, un riferimento tra le stelle

Ullyses è un programma di osservazione del telescopio spaziale Hubble che prevede l’osservazione in luce ultravioletta di oltre 300 stelle, al fine di produrre una libreria di modelli spettrali di giovani stelle di piccola massa, localizzate in otto regioni di formazione stellare nella Via Lattea, e di stelle mature di grande massa, localizzate in diverse galassie nane vicine, comprese le Nubi di Magellano

Weave Pfc brinda con Vega alle Canarie

Weave Pfc brinda con Vega alle Canarie

Acronimo per “Wht Enhanced Area Velocity Explorer”, Weave è un nuovo spettrografo in grado di osservare fino a 960 sorgenti celesti contemporaneamente – il primo fra gli spettrografi multifibre ad alta risoluzione a grande campo, destinato al Wht, il telescopio William Herschel da 4,2 m sull’isola di La Palma, alle Canarie. Il suo nuovo correttore ottico, Pfc, ha acquisito le prime immagini la settimana scorsa

Doppia lente gravitazionale per Gaia16aye

Doppia lente gravitazionale per Gaia16aye

Una campagna osservativa di 500 giorni condotta dalla missione Gaia dell’Esa, insieme a osservazioni di follow-up eseguite con oltre 50 telescopi da terra e dallo spazio, ha permesso di individuare un evento di lente gravitazionale causato da un sistema binario di stelle. Tra gli autori dello studio che ne riporta i dettagli ci sono anche Giuseppe Leto e Ricardo Sanchez dell’Inaf di Catania.

Nu Indi testimone di un’antica collisione galattica

Nu Indi testimone di un’antica collisione galattica

Un team internazionale di astronomi, di cui fa parte anche Enrico Corsaro dell’INAF di Catania, ha pubblicato su Nature Astronomy un articolo nel quale viene meglio circostanziata l’epoca in cui sarebbe avvenuta la collisione tra la Via Lattea e la galassia Gaia Encelado. Osservazioni effettuate sulla stella Nu Indi ne hanno permesso la datazione studiandone le oscillazioni grazie al satellite Tess della Nasa e alle tecniche dell’astrosismologia. Incrociando i dati osservativi di Gaia, si è scoperto che Nu Indi si è formata circa 11 miliardi di anni fa e conserverebbe ancora le tracce di quell’antica collisione avvenuta agli albori del cosmo.